(Dall'Ansa)
Nell'affrontare l'immigrazione "i precedenti governi hanno creato i lager della Libia, dove c'è la cancellazione assoluta dei diritti fondamentali, ora c'è il rischio che creiamo i lager in Tunisia. Basterebbe invece fare un lavoro di screening, dire chi può venire e chi no, prima di farli partire.
Perché le tante organizzazioni internazionali sul territorio non fanno questo lavoro? La stragrande maggioranza delle persone che si spostano lo fanno all'interno dei propri continenti, quelli che attraversano il mare sono una minoranza, e lo fanno perché qualcuno li aspetta perché è manodopera senza diritti e senza prezzo". Lo dice la giornalista Carmen Lasorella protagonista con il suo esordio nella narrativa, che tratta proprio questi temi, Vera e gli schiavi del terzo millennio (Marietti1820) di un incontro a a Il libro possibile, il festival letterario, sostenuto da Pirelli, a Polignano a mare dal 5 all'8 luglio e a Vieste dal 18 al 22.Il personaggio principale della storia è Vera, un'attivista per i diritti umani, che si ritrova a lottare contro la criminalità che dilaga a scapito di chi è costretto a migrare. Oggi il pubblico è sempre più distratto dal web e i social, "bisogna trovare forme semplici, dirette per comunicare su temi come questi e io sono entusiasta della narrativa - spiega la giornalista -. Non c'è niente che non si possa raccontare. E' quello che ho imparato nel mio mestiere, bisogna trovare il linguaggio giusto e creare l'ascolto. Credo che un libro abbia proprio il tempo dell'ascolto. Un altro strumento che amo molto è la radio, mentre la televisione oggi mi interessa molto poco".