Il 15 gennaio la Corte d’Appello di Milano è chiamata ad esprimersi sugli arresti domiciliari per l’ingegnere iraniano diventato moneta di scambio degli ayatollah sulla pelle di Cecilia Sala.
Epifania significa manifestazione, apparizione. È una parola che origina dal greco e nella nostra tradizione cristiana si esprime in quella stella cometa seguita dai Re Magi che li guida dal nuovo re. A dodici giorni esatti dalla nascita di Gesù nella grotta di Betlemme, il 6 gennaio, tre uomini saggi, potenti e di età diverse - il giovane, l’adulto e l’anziano - con i loro doni: l’oro, il simbolo della regalità; l’incenso, l’espressione della purezza rivolta al divino e la mirra legata alla passione ovvero alla sofferenza che sublima la morte si prostrarono dinanzi alla speranza di un mondo nuovo che portasse la salvezza. Quella speranza era incarnata nella fragilità di un bambino, perché solo un bambino poteva rappresentare il valore della salvezza ovvero il principio di diventare forti, rispettando i deboli.
Principio comune alla religione e alla fede laica che difende i valori dell’umanità. Resta il desiderio di portare lo sguardo oltre, seguendo una cometa ovvero il sogno di strade nuove verso nuovi orizzonti. Quale è oggi la nostra Epifania? Chi scrive non trova una risposta, ma pone la necessità di cercarla, magari proprio nella giornata di oggi, 6 gennaio. Quattro anni fa, un uomo vestito da sciamano con corna di bisonte sul capo, a torso nudo con una pelle dello stesso animale che gli cingeva i fianchi e la faccia dipinta di bianco e di rosso si aggirava tronfio per le aule del Congresso americano. Alla testa di una folla rabbiosa e violenta aveva conquistato Capitol Hill, il tempio della più grande democrazia moderna. Neanche il cineasta più visionario sarebbe riuscito a immaginare una scena assurda come quella reale che le telecamere mostravano in presa diretta.
Nelle settimane precedenti l’assalto, il presidente Trump e i suoi sostenitori più radicali avevano incitato ad una protesta eclatante contro le elezioni «rubate» dai democratici, la frode, la big lie la grande bugia come la definivano, che aveva portato Biden alla presidenza degli Stati Uniti d’America. L’irruzione serviva ad impedire che il Congresso ratificasse quella nomina.
Ci fu morte, devastazione e tra i feriti, più grave, la ferita alla democrazia. Gli scalmanati furono arrestati, ma le polemiche non finirono. Negli Stati Uniti come nel resto del mondo. Venivano amplificate quotidianamente dalla narrazione dei social e dei siti complottisti. E proseguirono nonostante il rapporto della Commissione parlamentare d’inchiesta che aveva lavorato al caso per diciotto mesi, giungendo alla conclusione che Trump era stato «la causa principale degli eventi del 6 gennaio 2021». La storia che segue la conosciamo e tra due settimane Trump per la seconda volta sarà il presidente degli Stati Uniti, ancora più forte grazie al sodalizio con l’uomo del futuro Elon Musk , «mostro e genio» come è stato definito, che continua ad abusare delle narrazioni digitali, l’arma letale del nostro tempo.
L’Epifania americana è in sofferenza, dunque. Inoltre, il presidente uscente Biden, lascia l’incarico dopo aver firmato un’ultima trance di aiuti militari ad Israele per 8 miliardi di dollari, nonostante i suoi inutili appelli per la pace a Gaza e i crimini di guerra accertati, nel fiume di sangue palestinese che continua scorrere ogni giorno, cui si aggiunge l’indifferenza del governo di ultradestra di Netanyahu per la vita degli ostaggi del 7 ottobre 2023. Il volto terrorizzato della giovane Liri Albag, in un video che fa il giro del mondo proprio in queste ore, appena 19 anni, una degli ostaggi nelle mani di Hamas, fin qui ha solo ottenuto a Tel Aviv la repressione più dura delle proteste in piazza dei familiari.
Torniamo a Trump. È prossimo all’esordio del suo secondo mandato e considerati i precedenti, nonché la sua comprovata spregiudicatezza, l’inquietudine è palpabile, in tutto il mondo. In particolare in Europa. La premier italiana Giorgia Meloni, ha chiesto ed ottenuto di parlargli e lo ha raggiunto nella sua villa a Palm Beach in Florida. Un curioso segno di Epifania (la nota è sfuggita con il sorriso amaro).
Pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno del 7/01/2025